Chef in the City

Ricette Chef in the City

I dolci di Giulia:


Bentornati gente!!

Vi ricordate dove ci eravamo lasciati la scorsa settimana? Dopo i festeggiamenti tutti rivolti al mitico nonno Italo, vi avevo consigliato di tenere da parte quel poco di caffè che magari vi era avanzato, ma non di bervelo tutto nell’attesa di questa nuova preparazione, che appunto ha a che fare, come avrete già capito da un po’, con il caffè.

Vedrete oggi che questo dolcetto è molto più semplice degli altri che vi ho finora proposto, e qualcuno mi ringrazierà pure per questo! :D Infatti, “Sweek-end” è nato proprio in mancanza di attrezzature adatte e di posto per realizzare quelle poche parti che compongono il dolce: tre settimane fa, appunto, sono rimasta a Camerino, città in cui studio, alla facoltà di matematica, perché è venuto in trasferta il mio ragazzo. Il fine settimana ovviamente è stato molto piacevole, ma senza planetarie, spatole e ingredienti giusti era assai difficile creare qualcosa almeno di decente, se non di stupendo.

Così, durante una delle tante lezioni di matematica, ho messo insieme varie idee e ho composto questo dessert al piatto che ora vi spiegherò! Le preparazioni sono veramente minime, quindi vi invito a provarlo.. perché l’abbiamo finito in un battibaleno! :D

Ingredienti:

per la namelaka al cioccolato fondente e caffè:

250 g di cioccolato fondente al 70%

5 g di gelatina in fogli

200 g di latte intero

10 g di miele d’acacia

400 g di panna fresca

3 cucchiaini di caffè solubile

Per la finitura:

un rotolo di pasta sfoglia

placchette in cioccolato fondente temperato

chicchi di caffè (io ho trovato quelli ricoperti in cioccolato)

 

Procedimento:

per la namelaka al cioccolato fondente e caffè: questa è, a meno che non decidiate di farvi da soli la pasta sfoglia, l’unica preparazione di questo dessert! Quindi, a maggior ragione, dovrà venir bene, altrimenti si comprometterà tutto il dolce! : ) iniziate con il preparare la vostra namelaka la sera prima, ad esempio se   servirete il dolce il sabato sera, preparatela il venerdì sera; fate bollire in un pentolino il latte con il miele, e nel frattempo riducete a scaglie il cioccolato fondente, ponendolo in una terrina; una volta che latte e miele sono arrivati a bollore, unite fuori dal fuoco i 3 cucchiaini di caffè solubile, quindi aspettate 5 secondi e unite la gelatina ben strizzata (non unitela quando ancora il liquido è troppo caldo, altrimenti si rovinerà e perderà la sua proprietà, ovvero quella di gelificare); ora versate il tutto sul cioccolato sminuzzato, mescolando bene con un cucchiaio (se ci dovessero rimanere grumi passateci con il mixer ad immersione, io però a Camerino non ce l’avevo : ) ); una volta sciolto tutto il cioccolato, unite la panna liquida fresca, e mescolate di nuovo, con una frusta o 2 secondi di numero di mixer ad immersione (non di più perché non vogliamo montare la namelaka ora). Quindi coprite la vostra terrina con pellicola a contatto e fate riposare per almeno 12 ore in frigo; vedrete che la vostra namelaka si rassoderà grazie all’effetto del cioccolato fondente e della gelatina. Solo in quel momento andremo a montarla, fino alla consistenza di una normale panna montata (e infatti la panna è proprio uno degli ingredienti base della namelaka).

Per la finitura: prendete la pasta sfoglia e ricavatene delle forme, quelle che più vi piacciono. Per intenderci, io ho ritagliato 3 rettangoli in totale, uno che mi ha fatto da base alla namelaka, e due più piccoli messi a lato, verticalmente; ma sia chiaro, date libero sfogo alla vostra fantasia, il mondo è bello perché è vario! :D Mettete a cuocere i vostri rettangoli o formine varie (ben bucherellati) in forno statico preriscaldato per circa 15/20 minuti a 170°C (regolatevi ance a seconda del forno che avete.. l’importante è che la vostra pasta sfoglia sia cotta e croccante, perché sarà proprio questa croccantezza a fare da contrasto con la morbidezza della namelaka). Ora occupatevi delle placchette in cioccolato: sia ben chiaro, queste non sono fondamentali per la riuscita del piatto, però visto che non ci sono tante cose da fare perché non spendere qualche secondo più nella personalizzazione del vostro dessert? Della serie “anche l’occhio vuole la sua parte”! Come vi ho già detto ho dovuto temperare il cioccolato a Camerino, il che vuol fa venire in mente una sola parola, “AIUTO”!!!! Non avendo né un microonde né dei pentolini adatti per il bagnomaria, ho dovuto usare un po’ l’ingegno e tirare fuori l’intuito matematico che è in me: ho preso il pentolino in cui cuocio la pasta, l’ho riempito d’acqua fino a metà, l’ho chiuso con il coperchio messo al contrario, e sopra ho messo il bollilatte con i ¾ del cioccolato da fondere, mentre il restante ¼ l’ho messo dopo, una volta che il primo si era fuso. Non rispiegherò tutte le tecniche del temperaggio oggi (l’ho già fatto replicas de relojes suizos en espana quando qualche settimana fa vi ho parlato di come creare delle uova di Pasqua fatte in casa), ma voglio solo farvi capire che, anche in un posto dove non avete nulla, se veramente ci tenete a fare una determinata cosa non vi fermerà niente e nessuno! : ) Dopo aver creato quindi le vostre placchette, le mie a forma di cuore (visto che il dolce era per il mio ragazzo), montate la namelaka ormai rassodata con il frullino o in planetaria e mettetela in un sac a poche, tagliando la punta di quest’ultimo di sbieco, per ricreare il famoso “beccuccio Saint-Honoré” (quello dell’omonima torta, per intenderci). Quindi prendete un bel piatto di portata, e componete come più vi piace! Io ho disposto il rettangolino più grande di pasta sfoglia sotto, ho poi creato una striscia di namelaka con il sac a poche e a lato ho sistemato i due rettangolini di sfoglia più piccoli. Poi ho sistemato sopra le placchette e decorate con qualche chicco di caffè in cioccolato.

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Il dessert, seppur fatto in metodi molto rudimentali e in assenza di parecchie cose, è piaciuto tanto (per fortuna era avanzata un po’ di namelaka che avevo conservato in frigo!!) Alla fine il nome del dolce è il riassunto migliore per questo fine settimana camerte (questo è l’aggettivo riferito agli abitanti di Camerino!): “Sweek-end”, un fine settimana che vuole portare dolcezza e, passatemi il termine, “zuccherosità”, ad una settimana di lavoro dura e faticosa. E poi, sapete amici, quando si sta con la propria metà, come dicevano gli 883:

“Non c’è niente al mondo che valga un secondo vissuto accanto a te, che valga un gesto tuo, un tuo movimento.. perché niente al mondo mi ha mai dato tanto da emozionarmi come quando siamo noi, soltanto che noi!”

 E voi siete pronti a creare la vostra versione di “Sweek-end”?

Mi raccomando provate provate provate, che la prossima settimana ritorniamo a fare cose più difficili.. diciamo questo che vi è concesso è una sorta di riposo per i polsi!! :D

Alla prossima gente, stay tuned! ;)

Giulia





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Chef in the City è la prima gara di cucina amatoriale della provincia di Pesaro e Urbino.